(Torino)ore 11:45:00 del 09/04/2017 - Categoria: , Calcio, Denunce
Lo ha fatto “anche nella speranza di chiudere le polemiche susseguite dopo quella data (cioè il 7 marzo scorso, ndr) e bloccare un processo mediatico inopportuno che non fa bene né alla giustizia sportiva né a quella ordinaria, entrambi i processi sono in
PURTROPPO LA MAFIA TENDE A INFILARSI OVUNQUE CI SIANO I SOLDI E NON SEMPRE RICONOSCERLA È FACILE E IMMEDIATO. MA L'ONOREVOLE ROSY BINDI SI ACCORGE SOLO NELL'APRILE DEL 2017 CHE ANCHE IL BAGARINAGGIO DEI BIGLIETTI DELLE PARTITE DI CALCIO IMPORTANTI PUÒ ESSERE UN'ATTIVITÀ TALE DA FARE GOLA AI MALAVITOSI
Ha cercato di fare ordine sui contatti tra presunti ‘ndranghetisti e uomini della Juventus, ma anche di limitare le sue responsabilità. Il procuratore federale Giuseppe Pecoraro è tornato in commissione Antimafia, si è difeso e ha fornito risposte alle domande incalzanti degli onorevoli sui contatti tra il club e tifosi legati alla malavita che gestivano il bagarinaggio.
Lo ha fatto “anche nella speranza di chiudere le polemiche susseguite dopo quella data (cioè il 7 marzo scorso, ndr) e bloccare un processo mediatico inopportuno che non fa bene né alla giustizia sportiva né a quella ordinaria, entrambi i processi sono in corso”.
"In Italia le mafie arrivano persino alla Juventus e questo è chiaro". Così il presidente della Commissione Antimafia, Rosy Bindi, in occasione dell'audizione del procuratore della Figc, Giuseppe Pecoraro, che si è tenuta presso Palazzo San Macuto a Roma. "Voglio che sia chiara una cosa - ha proseguito la Bindi - oggi il procuratore Pecoraro ha ammesso che in quella telefonata (tra Calvo e D'Angelo, ndr) non si sta parlando del presidente della Juventus Agnelli".